Alla luce della disciplina sui requisiti patrimoniali richiesti dalle Banche, il costo del credito è sempre di più influenzato dalla capacità patrimoniale del soggetto finanziato.
Il rating, nella sua accezione di insieme di procedure di analisi e di calcolo, attraverso il quale un Istituto di Credito valuta quanto un cliente sia “rischioso” e quanto sarà produttivo in futuro, è un’analisi costante e preliminare alla concessione di credito e non può andare esente dalla valutazione dei brevetti facenti capo all’azienda.
Nel caso dei diritti di proprietà intellettuale iscritti a bilancio per importi relativamente modesti, risulterà, indiscutibilmente, di pregevole vantaggio per l’impresa, far emergere il fair value attribuibile a tali brevetti e ciò è possibile attraverso la certificazione economico-finanziaria dei brevetti.
Ciò, consentirà l’esatta individuazione del patrimonio aziendale, e, un’adeguata e reale valutazione del rating quantitativo, con benefici economici e finanziari, di certo, non di secondo ordine.
Il brevetto
da soluzione tecnologica
a soluzione finanziaria
Undici punti per spiegare le ragioni ed il valore aggiunto della certificazione economico finanziaria dei brevetti.
L’applicazione dei principi contabili internazionali in ambito europeo è volta ad armonizzare l’informativa finanziaria presentata dalle società.
I costi sostenuti per il processo di certificazione del valore dei brevetti sono soggetti a credito d’imposta.